Cos'è il bullismo? Come possiamo combatterlo? Cosa possono fare gli adulti per educare meglio e contrastare questa prepotenza insita in alcuni giovani?
Mi piace riflettere e "Osservare", pertanto, rilevato che INTENZIONALITA', SISTEMATICITA' e ASSIMETRIA DI POTERE, sono alle basi del bullismo, ne trovo un esempio in molti atteggiamenti tra amministrazione comunale e cittadino. La generalizzata mancanza di reazione delle vittime poi, la associo alla paura, alla assuefazione, rassegnazione e impotenza.
Nel 2° quadrimestre 21 ragazzi di 2^ e 3^ media hanno partecipato tutti i mercoledì al laboratorio pomeridiano “Ciak…si gira”, progetto finanziato dall'Assessorato alla Pubblica Istruzione di Nerviano, all'interno del quale hanno ricevuto “una lezione non solo di cinema, ma anche di vita", approfondendo modalità e motivazioni di un comportamento che mette in discussione le regole fondamentali delle corrette relazioni tra persone. Guidati dagli esperti di teatro, insieme alle loro docenti, prof.sse Besozzi ed Esposito e agli attori della cooperativa “Puntozero” Beppe Scutellà e Lisa Mazoni, hanno infatti collaborato alla produzione di una docu-fiction sul bullismo, tematica tra le più scottanti ed attuali nel mondo della scuola e dei giovani in generale. Il video “Bullying non è un gioco” è stato presentato giovedì 21 maggio presso la sala Bergognone (ex Monastero degli Olivetani) del Comune di Nerviano ad una affollata platea di genitori parenti ed amici, ed ha riscosso un lusinghiero successo.
L'iniziativa dell'assessorato è meritevole, ma il risultato è veramente "...una lezione di vita per in nostri ragazzi", o da questo video emerge semplicemente l'ipocrisia e la prepotenza dei grandi?
Il video "Bullyng non è un gioco", a loro dire, è stato girato con l'ausilio di guide esperte, professori e attori di cooperativa Puntozero. A mio giudizio la lezione ai ragazzi è però diseducativa e non raggiunge il fine desiderato, anzi, fotografa la realtà che in più occasioni io e altri miei concittadini vogliamo evidenziare. Con questo video vengono inquadrate le carenze degli educatori, che inciampano e danno il messaggio opposto a quello desiderato; non serve infatti un esperto per sapere che la naturale scenografia ripresa dall'obiettivo, in questi casi copre un ruolo primario, e ci racconta la storia al pari degli altri interpreti. In poche parole, emergono dal filmato le condizioni sociali in cui vivono i nostri studenti. Un filmato anomalo che invita lo spettatore a riflettere sulla fatiscenza della struttura scolastica (scuola media Leonardo Da Vinci), così diversa e trascurata rispetto alla struttura comunale insediata dentro le mura dell'ex Monastero degli Olivetani. Il messaggio del video è diretto e fa capire chi comanda e quali sono le priorità. Un inno all’ipocrisia dei grandi a mio parere.
Vista la struttura scolastica, è normale per qualunque spettatore locale, chiedersi perché questa non è curata mentre pochi passi più in là, per quasi un milione di euro, è in corso la ristrutturazione dell'ex Municipio di via Vittorio Veneto.
In un attimo la mente va anche alla scuola di via dei Boschi... quella con le pareti in eternit... quella che da più di un decennio aspetta di essere adeguata ed uscire dall’elenco delle pessime scuole d’Italia.
Molta ipocrisia se penso che i giovani che frequentano questi istituti, non hanno garanzia e sufficienza dei servizi e dei centri di aggregazione sociale e sportiva indispensabile alla loro crescita.
E loro imparano! Imparano a subire o ad emulare la prepotenza degli ipocriti; più spesso a subire... anche su insegnamento e suggerimento degli stessi genitori che sono ormai rassegnati e assuefatti.
Per i nostri ragazzi insomma, c'è in dote un modello educativo che sottolinea le virtù del potente sul più debole.
“Il video “Bullying non è un gioco” è stato presentato giovedì 21 maggio presso la sala Bergognone (ex Monastero degli Olivetani) del Comune di Nerviano ad una affollata platea di genitori parenti ed amici, ed ha riscosso un lusinghiero successo.”
Alessandro
1 commento :
Hai ragione Alessandro, lo specchio della nostra società, chi siamo e come viviamo lo si intuisce da come consideriamo i nostri ragazzi da quanto li riteniamo importanti.
Le nostre istituzioni non hanno capito proprio niente.
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